flume studio

Luci In Platea

Parte finale della mia tesi di dottorato. La parte più importante in effetti…

Quando si arriva ai ringraziamenti, vuol dire che lo spettacolo sta per terminare, e le luci finalmente vengono accese anche in platea.
Così, dopo aver suonato di fronte ad un muro buio, quasi accecati, si può ritornare a guardare in faccia alle persone che, quante sono, ci hanno accompagnato lungo questa esperienza. Ma nulla, in realtà, è terminato: semmai siamo al primo atto e molto rimane da fare, o da tentare. Sono convinto infatti che la vera ricerca porti a nuova ricerca. È una domanda lanciata nell’aria: ogni giorno si guarda in su in attesa di notizie, e non è detto che la risposta arrivi subito; o che arrivi. Capita a volte, e questa è la parte più interessante, che la risposta sia una nuova domanda, che magari ti fa cambiare direzione. Parafrasando Thomas Merton, “progredendo nella ricerca non si va di risposta in risposta, ma di domanda in domanda”. Comincia così una specie di frattale che porta chissà dove. La ricerca nell’ambito dell’acustica è in realtà un pretesto per tentare di apprezzare con occhi diversi quello che mi sta intorno. E se è vero che le stesse leggi regolano l’infinitamente grande così come l’infinitamente piccolo, allora studiando il suono, forse potremo sperare, attraverso una ricerca onesta, di intuire, o sentire l’universo e gli atomi. Almeno un po’. Vorrei quindi ringraziare chi direttamente o senza neanche saperlo, mi ha aiutato a portare avanti questo lavoro.

Ringrazio i miei antenati, tutti. Da loro ho ereditato tutto, nel bene e nel male, e dalla loro presenza riparto ogni giorno.
Ringrazio i miei genitori: Luigi “Louis” Paini e Teresa “Gilda” Cervini, che mi hanno sempre supportato e sopportato, dimostrandomi quanto può essere ampia la pazienza e il bene disinteressato.
Ringrazio mia sorella, Elena, la cui dolcezza è merce rara, oggigiorno.
Ringrazio la mia nuova famiglia, Maddalena e Adele, due presenze senza le quali sarei, ora, “un terzo”.
Ringrazio Claudia e Beppe Turchini, che hanno saputo e sanno incoraggiare il mio amore per ciò che da una linea si trasforma in mattone.
Ringrazio Marco (Marzapane) e Ilaria (Iaia): i nostri nuovi “vicini”, con voi andremo lontano…
Ringrazio il mio amico Andrea (Mazzillone), un fratello la cui presenza e coerenza negli anni è stato ed è un riferimento e un esempio.
E poi ringrazio Giovanni (j) Bonfanti, un fratellone alto e all’altezza della parola “amicizia”.
Thank you, Lorenzo “Gogone” Bertocchini, my personal “Bobby Jean”.
Dico grazie alla Danimarca (isole comprese), che mi ha trattato, per un anno, come un danese (multe comprese), ringrazio Copenhagen (sempre “wonderful”).
Ringrazio il dipartimento “Acoustic Technology” del DTU di Lyngby, che mi ha ospitato per un anno (mi mancheranno i coffee meeting del venerdì pomeriggio!).
Grazie ad Anders Christian Gade e alla sua famiglia (Vivi e ragazzi): ricorderemo sempre la “Christmas eve” (con neve), come uno dei Natali più belli. Il sole del Grande Nord. Tak!
Ringrazio Jens Holger Rindel, per i suoi preziosi suggerimenti, sempre giusti al momento giusto.
Grazie a Finn Jacobsen, per l’aiuto indispensabile prima, e durante il mio soggiorno danese.
Grazie a Claus Lynge Christensen, il mago di Odeon. Ho imparato molto dai colloqui che ho avuto con lui e dalla sua incredibile competenza. Grazie a Torsten Dau, un professore e poi un amico. No: viceversa
Grazie a Niels Werner Larsen, grazie per il cd e per la tua musica
Obrigado a Tio Bruno Fazenda, uno dei sorrisi più solari che ho conosciuto, i giri in bici per Copenhagen (da Søren, nei caffè, a fotografare i gabbiani), la tua profonda amicizia, tutto è lì, e non può essere dimenticato.
Gracias a Martin(o) Lisa Nielsen, faccia danese, “sangre latina”.
Grazie a Hiroshi Onaga, “the professor”, mio compagno di ufficio, con una incredibile simpatia sottile. Molto “japan”.
Grazie a Pierfrancesco “Pierinux” Marsiaj e la sua famiglia, un modello da seguire. Grazie a Jingjing, non studiare troppo. Buona Fortuna a Memphis.
Ringrazio poi tutti coloro che hanno trovato il tempo per rispondere alle mie interviste: Matteo Borghi, Simone Pozzi, Renè “Renolto” Beuchle, Mario Roncuzzi, Andrea Iacoponi, Mauro Cicchetti, Marco “Fuoristrada” Negrelli, Gianluca “Giallu” Vaccaro, Giovanni “Gigetto” Turchini, Nigel Abery, Dennis Dalle Mura, Antonello Molteni, Soalbo, Stanislaw “Stan” Cieslik, Francesco “Fran” Pinetti, Marco Conti, Roberto Pace e tanti altri già citati.
Ringrazio quindi il Distretto 51, 15 anni on the road!
Grazie a Bruce Springsteen (che disco era?),
Miles Davis (“La musica non è stare fermi e mettersi al sicuro”),
Keith Jarrett (“Non puoi mai essere in una posizione sicura. Non raggiungi mai un punto in cui tutto è portato a compimento. Devi scegliere tra l’essere sicuro come una pietra, oppure insicuro ma in grado si scorrere”),
Padre Luciano Mazzocchi, un prete zen (“Non sono le religioni che contengono la Verità, ma è la Verità che contiene le religioni)
Georges I. Gurdjieff (“Prendi la comprensione dell’Oriente e la scienza dell’Occidente, e poi cerca”)

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